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Teatro 2021

Umano troppo umano - DAVIDE: la gloria, il peccato, il perdono - Effettobibbia 2021

 

 

 

LA VESTE DELLA SPOSA
Davide nello sguardo delle (sue) donne

Testo di Albino Bignamini


a cura del gruppo ReDonna

con:

Malika Abed, Maria Estela Alvarez, Rosemary Arandia Bustamante, Alessandra Corti, Sandra Facchinetti, Fernanda Ghirardini, Carina Henriques, Luba Glasa, Rossella Marchetti, Simona Martinelli, OlesyaMudrey, Cristina Musitelli, Francesca Nilges, Letizia Pagliarino

Collaborazione alla scenografia di Cristina Gamberoni

 

con il contributo di 

Fondazione UBI
Banca Popolare di Bergamo

 

Ingresso libero con Green Pass

 


informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 


DAVIDE di Carlo Coccioli

a cura di Virginio Zambelli - Teatro R.A.S.E. EUROPA

Lettura scenica di

Virginio Zambelli, Laura Pezzotta, Marcello Zagaria

Il re Davide, anziano e costretto a letto, presagisce la fine dei suoi giorni: accanto a lui, per riscaldare l'ormai debole corpo, giace una schiava; fuori dalla stanza si svolgono gli intrighi di corte per la successione al trono. Il re si rivolge a Dio e ripercorre, con Lui e davanti a Lui, tutta la sua lunga e avventurosa vita. Con Lui e davanti a Lui: perché Davide è stato il primo uomo a non temere di stare al cospetto di Dio, a dargli del «tu». Ed è stato il primo uomo che osò amare Dio: di un amore appassionato, sensuale, inebriante; così come di un amore appassionato, sensuale, inebriante aveva amato il suo popolo, le sue donne, l'amico fraterno Gionata, il figlio ribelle Assalonne. Un amore che non gli aveva impedito – per eccesso di passione, di sensualità e di ebbrezza – di peccare e di essere punito. Senza smettere di amare.
Questo è, e non altro, il romanzo Davide di Carlo Coccioli: una grande storia d'amore e di peccato, di obbedienza e di desiderio, di vicinanza e lontananza dal Divino.

 

Presentazione della lettura scenica tratta da "Davide" di Carlo Coccioli (Sala dele Carte, 16.9.2021)

Buonasera a tutti!

  Dopo una lunga pausa dovuta alle circostanze che tutti conosciamo, nell’ambito del programma dell’undicesima edizione di Effettobibbia ci ritroviamo nuovamente nello stesso luogo (la Sala delle Carte del Teatro alle Grazie in Viale Papa Giovanni XXIII, 13) in cui due anni fa il Centro Culturale delle Grazie e il Teatro R.A.S.E. Europa avevano proposto una lettura drammatizzata di ampi brani del dramma Saul di Vittorio Alfieri. Anche questa volta ci cimentiamo con un classico della letteratura italiana di argomento biblico, scritto nel Novecento: il romanzo storico Davide di Carlo Coccioli. La definizione di “classico” non sembri esagerata: il libro, edito nel 1976 da Rusconi e selezionato tra i finalisti del premio letterario “Campiello” nello stesso anno, venne ristampato da Mondadori nella prestigiosa collana degli “Oscar” nel 1989, con una prefazione di Domenico Porzio, successivamente riproposto dall'editore Sironi nel 2009 e più recentemente, nel 2020, riedito da Lindau, oltre a vantare traduzioni in diverse limgue straniere. L’autore, livornese, nato nel 1920 da padre ufficiale e da una madre di origine ebraica, divenne giovanissimo comandante di una brigata partigiana durante la Resistenza e fu decorato al valore alla fine della guerra; esordì quindi nella narrativa nel 1946 e in seguito visse e scrisse tra Firenze, la Francia e il Messico, dove si stabilì negli ultimi anni della sua lunga esistenza e vi morì nel 2003. Nel complesso della sua ampia produzione, notevole per la qualità oltre che per la quantità, il testo in questione rappresenta l'apice della sua vocazione di scrittore, come dichiara lui stesso nella Nota premessa al libro, di cui abbiamo fornito al pubblico una riproduzione. Esso si inserisce a pieno titolo nel solco di quei romanzi in forma autobiografica con protagonisti celebri persoanggi dell´antichità, fra cui spiccano, tanto per citare, le Memorie di Adriano (1951) di Marguerite Yourcenar e Io, Claudio (1934) di Robert Graves. La peculiarità del tessuto narrativo del romanzo di Coccioli consiste però nel confronto serrato e quasi maniacale con il testo biblico, trasposto e assimilato nelle pagine del libro, una scelta che spiega anche la lunga gestazione di quest'opera, iniziata a Firenze nel 1966, durante i drammatici momenti dell'alluvione che sconvolse la città, e terminata nel 1975 dopo un decennio di lavoro. Scrive infatti l'autore nella Nota che abbiamo già menzionato: “I passi da me citati, che nessun segno o carattere di stampa distingue dal resto della pagina, sono il frutto di una traduzione molto spesso letterale fino al fanatismo: tale dispotico bisogno di rimanere fedele al testo (il che non significa che sempre ci sia riuscito) mi ha fatto talvolta sacrificare l’elegnaza della frase, e me ne perdoni il lettore. […] Nella misura del possibile, dunque, questo è un libro vero”. In effetti chi volesse leggere il romanzo nella sua interezza con un´edizione della Bibbia sotto mano, vi scorgerà una consequenzialità rigorosa a conferma della serietà dell'impegno dello scrittore. La scelta e la presentazione dei brani è opera di Virginio Zambelli, direttore del Teatro R.A.S.E. Europa, il quale ha curato anche l’allestimento e la regia. Nel corso della serata si alterneranno nelle letture, oltre allo stesso Zambelli, Laura Pezzotta e Marcello Zagaria, che ha accolto l'invito a sostituire Ferruccio Giuliani, assente per motivi di salute, mentre gli inserti musicali al sitar verranno eseguiti da Dario dal Lago. Coccioli infatti, appassionato di religioni orientali, a sessant´anni aveva visitato l´India per approfondire la sua conoscenza dell´induismo e in seguito del buddismo. Il sitar è uno strumento a corde formato da una cassa armonica ricavata da una zucca e da un manico di bambù con una doppia serie di corde: derivato dalla chitarra persiana, si diffonde in India fra il XVII e XVIII secolo ed entra a fra parte sia della musica indostana classica che di quella dell´India meridionale, dove gli influssi islamici sono più rilevanti. A partire dagli anni sessanta, grazie al rinnovato interesse verso la cultura indiana, viene utilizzato anche da gruppi musicali europei, fra cui i Beatles e i Doors. Buon ascolto!

Fabrizio Brena – coordinatore del Centro Culturale delle Grazie

 


 

 

 

Keter ba-rosh
(Una corona in testa)

Commedia biblica

Letture sceniche dall'opera teatrale di Yaakov Shabtai

con lapartecipazione degli attori e delle attrici del CUT Centro Universitario Teatrale di Bergamo

regia di
Claudio Morandi e Giuliano Gariboldi
 
introduzione e commenti di Sara Ferrari
 
musiche a cura di Alberto Foresti (salterio) e Davide Bortolai (chitarre)
 
Gli attori in scena:
Jessica Mangili, Diego Colombi, Michele Curtaz, Marco Foresti, Giuliano Gariboldi, Massimo Nicoli, Matteo Nicodemo, Riccardo Pesenti, Cristian Tropeano, coordinati da Claudio Morandi.
 
 

INGRESSO GRATUITO - PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA online a questo LINK 

oppure via mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Il tema di quest'opera teatrale, rappresentata per la prima volta a Tel Aviv negli anni 1969-1970, vede un Re Davide molto singolare, alla fine dei suoi giorni, non l'eroe che conosciamo, ma un re anziano, stanco  alla fine dei suoi giorni. Un re alle prese con il passato, con l'esercizio del potere, con i problemi di successione.

Vorrebbe la tranquillità, Davide, concedersi un breve futuro pacifico e godersi la fanciullezza della vecchiaia, ma è assillato dagli eventi, dalla sua corte, dal suo consigliere Natan, da sua moglie Betsabea, dal figlio Adonia e dal Sacerdote Abiatar da Ioab capo dell'esercito, personaggi che gli ruotano intorno assillandolo e pressandolo.

L'autore di questo bellissimo testo, Yaakov Shabtai, dipana in maniera magistrale questa trama, utilizzando le armi dell'ironia, della grazia di una scrittura unica.

La serata prevede la lettura scenica di alcune parti salienti del testo, come se fosse una prova di una messinscena, serata arricchita dal commento di Sara Ferrari, traduttrice del testo e impreziosita dalla parte musicale con il Maestro Alberto Foresti al salterio e il Maestro Davide Bortolai alle chitarre.

 **

“Un re non è un cetriolo”.
La figura del re Davide in Keter ba-rosh di Yaakov Shabtai
di Sara Ferrari

La biografia del re Davide, la cui narrazione è divisa tra i Libri di Samuele, il Primo Libro dei Re e delle Cronache, offre momenti di grande potenziale drammaturgico ed è stata pertanto utilizzata e rielaborata da autori di ogni epoca e provenienza culturale, da George Peele a Tirso de Molina, da Louis Charles Caigniez a Reinhard Johannes Sorge, fino ad arrivare ad alcuni recenti musical, come il King David di Tim Rice e Alan Menken, rappresentato a Broadway nel 1997. Tuttavia, di norma gli episodi che hanno goduto di una maggiore fortuna sono quelli concernenti la prima parte della vita di Davide, più ricchi di “azione”, come la fuga da Saul, la scabrosa vicenda di Amnon e Tamar, la ribellione di Assalonne, l’amore per Betsabea. [...] Leggi l'introduzione al testo

Salomone Belforte Editore, 2010 

 

 

 


Inquieta riposa la testa che porta la corona
Spettacolo performativo

Progetto teatrale di Chiara Magri - Teatro del Vento
Coordinamento Prof. Luigi Girelli - Prof.ssa Giovanna Brambilla - Montaggio video Prof. Maurizio Bonin
con la partecipazione in scena di Francesca Cecala - attrice

Prodotto con la classe IV A ITCTS Vittorio Emanuele II, Bergamo
nell'ambito di un PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento)

 

Le ragazze e i ragazzi in scena:

Diabate Sarah Ayensu
Giada Begnis
Michela Cacciatore
Ikram Chafiki
Chiara Dadda
Joseph Di Pastena
Giulia Dridi
Alaa El Refaei
Kaleb Geremew
Giulia Gritti
Younes Haoufadi
Suman Kaler
Punamjeet Kaur
Iulia Raluca Negrut
Alessandra Nicoli
Roberta Pesenti
Anna Poli
Zaira Regantini
Awa Seck
Giorgia Vavassori
Lorenzo Vecchi

 

 

La complicata vicenda di Davide, a seconda dei differenti punti di vista, porta alla luce aspetti molto spesso contraddittori di questa figura biblica. E più ci si addentra nella storia, più si ascoltano le diverse voci narranti, ci si ritrova sempre di più intrappolati in una rete aggrovigliata di fatti, di torti, di ragioni, di inganni, di sentimentalismi e di crudeltà.
Ma il teatro impone di comunicare l’essenziale, di mirare al centro, di restituire una visione lampante che, nella sua confusa molteplicità, comunichi al cuore degli spettatori e la figura di Davide non mi ha concesso un approccio lineare.
Dunque ho scelto di parlare del Potere esercitato e subito, del Potere che fa dell’uomo un essere fragile, ma anche di quanto senso di responsabilità sia necessario per esercitare Potere.
Ho considerato solo l’inizio e la fine della storia di Davide ed ancora prima dell’apparire stesso di Davide, sono partita dalle parole del Profeta Samuele, da cui traspare una spaventosa lucidità sullo conseguenze sociali del Potere.
- Volete un re?
- Sì, stabilisci per noi un re che sia nostro giudice, che ci guidi, come avviene per tutti i popoli.
- Questi saranno i diritti del re che regnerà su di voi…

Nello sviluppo del tema con gli studenti abbiamo processato Davide cercando di difenderlo e di accusarlo, abbiamo affrontato il tema della follia di Saul come esempio dell’instabilità umana quando si esercita potere, abbiamo riflettuto quanto sia complicato l’esercizio del potere.
Nella scarna narrazione che vedete in scena sarà la visione femminile di Micol a restituire il piano di interpretazione della storia di Davide.
Sentirete le belle parole di poeti del teatro da Shakespeare a Mariangela Gualtieri che ci hanno offerto la possibilità di esprimerci con forza e puntualità intorno ai temi trattati sostenuti dal racconto appassionato di Grete Weil che abbiamo adottato nella narrazione.

  

Due parole sullo svolgimento del progetto teatrale.
Questa classe di ragazzi e ragazze, come tutti noi , affronta una realtà sconvolta dal 23 febbraio 2020; di fatto non é stato possibile fare l’esperienza dei corpi che s’incontrano sulla scena. Siamo riusciti per poche ore tra gennaio e febbraio 2020 ad assaggiare quello che é l’attore che si trasfigura per restituire verità sulla scena. Il risultato é uno spettacolo “senza rete” in caduta libera che vibra della fragilità che lo caratterizza ed in parte corrisponde all’identità stessa dei partecipanti, ma é anche la qualità specifica dell’esperienza.
Per me é stato un percorso di lavoro inedito, non sono mai andata in scena senza provare, non mi é mai capitato di dover scegliere chi potrà agire e chi no su palco perché le regole della attuale convivenza impongono di mettere in azione al massimo sette persone su ventidue nello spazio a disposizione, non mi é mai capitato di dover ribaltare la sequenza delle scene a causa delle limitazioni di orario sulla rappresentazione.
Ma il teatro é invenzione e dunque sia. (Chiara Magri)

scarica il COMUNICATO STAMPA del 4 giugno


 


 

LA VESTE DELLA SPOSA
Davide nello sguardo delle (sue) donne

Testo di Albino Bignamini


a cura del gruppo ReDonna

con:

Malika Abed, Maria Estela Alvarez, Rosemary Arandia Bustamante, Alessandra Corti, Sandra Facchinetti, Fernanda Ghirardini, Carina Henriques, Luba Glasa, Rossella Marchetti, Simona Martinelli, OlesyaMudrey, Cristina Musitelli, Francesca Nilges, Letizia Pagliarino

Collaborazione alla scenografia di Cristina Gamberoni

 

 

 

 

 

 

Avevamo cominciato a parlare di Davide prima del primo lockdown. Di Betsabea e del suo conflitto con Mical, del cerchio di violenze che si stringe attorno a tutte e a ciascuna delle mogli di Davide.  
Poi ci siamo perse. Il covid ha reso impossibile pensare a uno spettacolo.
Ma le ReDonne sono tenaci e ora, in tempi più miti, propongono la lettura del testo creato da Albino Bignamini che indaga e offre lo sguardo intimo e intimamente tormentato delle donne di Davide e della sua epopea.

GRUPPO ReDonna
Laboratorio teatrale interculturale sostenuto dall'Associazione Le Piane di Redona, dal Polo Civico di Redona, condotto da Albino Bignamini- Pandemonium Teatro

 

 

 


 

 

 


Umano troppo umano - DAVIDE, da pastore a re - Effettobibbia 2019

 

 

SABATO 13 APRILE ORE 21.00

Sala delle Carte del Teatro alle Grazie

Viale Papa Giovanni XXIII, 13 - Bergamo

TEATRO R.A.S.E. EUROPA

“SAUL” di Vittorio Alfieri

Lettura teatrale a cura di
VIRGINIO ZAMBELLI e FABRIZIO BRENA

 scarica il libretto di sala

 

Il Centro Culturale delle Grazie propone una lettura drammatizzata di ampi brani del dramma Saul di Vittorio Alfieri, composto a Roma fra il 1781 e il 1783 ed ispirato al racconto biblico narrato nel primo libro di Samuele. Il vecchio re ebreo Saul nutre gelosia nei confronti del genero David per il fatto che i sacerdoti lo hanno predestinato al trono al posto del sovrano regnate, da loro maledetto. Sfuggito alle persecuzioni del suocero, David torna per combattere nel momento decisivo della guerra contro i Filistei: ma l’ira del re scoppia terribile alla notizia che questi ha ricevuto dal sommo sacerdote la spada del gigante Golia. Il canto di David riesce a placare il re, ma solo momentaneamente: Saul ridiventa subito arcigno e sospettoso, ondeggiando fra ira, disprezzo e lamento, fino ad avventarsi con la spada in pugno contro il genero. Allontanatosi, David intima all’esercito di attaccare battaglia il giorno dopo; frattanto, accecato dall’orgoglio e tormentato dai sospetti, Saul ha creato ormai la solitudine intorno a sé. Nella notte giunge improvvisa la notizia che i Filistei hanno prevenuto l’assalto e hanno distrutto le forze degli Israeliti: a tale annuncio l’antica fierezza torna nell’animo del re e la rovina lo trova sconfitto, ma non domato, e per l’ultima volta erge altera la fronte sfidando quel Dio implacabile che è stato il suo vero e solo antagonista.

In questo dramma, definito dal critico Attilio Momigliano come “la più densa espressione del mondo eroico e procelloso che ribolliva nell’anima dell’Alfieri”, il poeta ha rappresentato uno di quei tempestosi contrasti in cui l’uomo, sconvolto da passioni opposte che lo portano quasi a smarrire la ragione, rivela a se stesso e agli altri gli abissi dell’animo umano. Il dramma di Saul e del suo convulso e vano antagonismo verso Davide, preconizzato a succedergli, è il dramma della tirannide che a sua volta viene schiacciata dal peso di un dominio superiore: quello del Dio vendicatore. Per grandiosità di concezione e potenza espressiva un solo personaggio del teatro classico può essere paragonato a questo biblico re alfieriano che lotta contro la maledizione divina, contro il mondo familiare che crede ostile e soprattutto contro se stesso: Re Lear di Shakespeare.

La scelta e la presentazione dei testi sarà a cura di Fabrizio Brena, coordinatore del Centro Culturale delle Grazie. L’allestimento e la regia saranno ad opera di Virginio Zambelli, direttore del Teatro R.A.S.E. Europa. In scena saranno presenti quattro attori che interpreteranno rispettivamente le parti di Davide, Saul, Gionata e Micol.

 ***

Podcast Audio

TEATRO R.A.S.E. EUROPA
“SAUL” di Vittorio Alfieri
Lettura teatrale

introduzione di Fabrizio Brena
voci recitanti:
Ferruccio Giuliani (Gionata)
Laura Pezzotta (Micol)
Giovanni Sarcinella (Davide)
Virginio Zambelli (Saul)

Testi a cura di Fabrizio Brena

Allestimento e regia di Virginio Zambelli
Registrazione effettuata da Ruggero Bosso (TUMTUM Studio, Bergamo)

Bergamo, 27 maggio 2020

 

     

            


 

        

 

 

sabato 4 Maggio ore 16,30

Auditorium piazza della Libertà, Bergamo

 

IO SONO DAVIDE

spettacolo del laboratorio teatrale scuola ABF di Curno Bg

conduzione e regia di Lucio Guarinoni

***

QUESTO LO DICI TU

Spettacolo del laboratorio teatrale
con ragazzi e ragazze tra i 13 e i 18 anni

a cura di G. Costantini e L. Guarinoni  

in collaborazione con coop. Il Pugno Aperto e coop. Ruah

scarica la locandina

 

 

 

 

 

martedì 16 aprile ore 20,45

CineTeatro Agorà di Mozzo BG

 

IO SONO DAVIDE

spettacolo del laboratorio teatrale scuola ABF di Curno Bg

conduzione e regia di Lucio Guarinoni

 

 scarica la locandina